Cosa si intende per parcheggio privato e cosa dice la legge
Un parcheggio privato può essere presente in un condominio, oppure può essere a uso pubblico? Vediamo qual è la normativa alla quale fare riferimento e le varie tipologie di parcheggio privato.
- Il parcheggio privato può essere utilizzato soltanto dal suo legittimo proprietario, che ha responsabilità civili e penali derivanti dal possesso.
- Quest’ultimo potrebbe comunque concederlo, a pagamento, anche a soggetti terzi per la sosta di altri mezzi.
- Può trattarsi di un box, di un garage, ma anche di un parcheggio all’aperto.
Il parcheggio privato è un’area di sosta che non appartiene alla Pubblica Amministrazione. È dunque di proprietà di un privato cittadino o di un’azienda. Tale spazio viene in genere utilizzato per motivazioni personali, quindi per la sosta delle vetture del suo proprietario.
Tuttavia, il parcheggio privato potrebbe essere sfruttato anche per creare un parcheggio a pagamento in cui far sostare i veicoli di soggetti terzi. Cosa succederebbe nel caso in cui si abitasse in un condominio? Si potrebbe avere un parcheggio privato?
Analizziamo la normativa di riferimento, concentrandoci in particolare su quali sono i diritti e i doveri dei titolari di un parcheggio privato, oltre che alla differenti casistiche che si possono concretizzare quando si abita in un condominio.
Parcheggio privato: normativa
In base a quanto previsto dal Codice della strada, il parcheggio privato deve essere segnalato con l’utilizzo dell’apposita segnaletica verticale, ovvero la lettera P in stampatello maiuscola, di colore bianco, inserita all’interno di un quadrato blu.
La regola prevede che sia possibile accedere all’area di sosta privata solamente con l’autorizzazione da parte del suo legittimo proprietario. I parcheggi privati, comunque, non sono tutti uguali.
Nel CdS si parla infatti di area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali. Un esempio di questo tipo può essere il parcheggio di un centro commerciale che, pur essendo un’area di proprietà di un soggetto privato, è aperta al transito di una categoria molto ampia di veicoli, senza reali limitazioni. Si tratta dei cosiddetti parcheggi privati a uso pubblico, il cui accesso risulta aperto al pubblico.
L’utilizzo di uno spazio come quello appena citato consente di poterlo effettivamente equiparare a uno spazio pubblico. Qualora si dovessero verificare condotte illecite, sarebbe dunque possibile rivolgersi direttamente ai Vigili Urbani o ai Carabinieri.
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Parcheggio privato condominiale
Un caso ben diverso è quello di un parcheggio privato che sia di proprietà di un condominio e che si trovi in una zona in cui l’accesso è vietato ai non residenti o alle persone non autorizzate.
Per esempio, basta pensare al cortile interno di un condominio utilizzato come parcheggio, al quale si può accedere solo da un cancello. L’ingresso non autorizzato rappresenterebbe, in questa ipotesi, una vera e propria violazione di proprietà.
In questo specifico caso, qualora un inquilino del condominio dovesse mettere la macchina in malo modo, danneggiando il passaggio degli altri condomini, non si potrà richiedere l’intervento dei vigili, ma sarà possibile appellarsi al Codice civile.
In particolare, l’art. 70 delle Disposizioni per l’attuazione del Codice civile prevede in tal caso delle sanzioni fino a 200 euro, che possono anche raggiungere gli 800 euro nel caso di recidiva.
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A proposito del parcheggio privato in condominio, l’assemblea condominiale non potrà assegnare il parcheggio a uso esclusivo di un solo condomino. Quindi sarà possibile avere un parcheggio privato in condominio solo nell’ipotesi in cui:
- sia stato stabilito all’unanimità dall’assemblea condominiale;
- sia stato previsto dal regolamento contrattuale, che si accetta prima di comprare un immobile all’interno di un condominio.
Parcheggio privato e usucapione
Per legge, poi, sarà anche possibile ottenere un parcheggio privato nel condominio in cui si abita per usucapione del posto auto, ovvero occupando un posto in modo stabile e duraturo nel tempo.
Per poter parlare di usucapione, l’utilizzo dovrà avere una durata costante di almeno 20 anni e si dovrà dimostrare agli altri il possesso di tale posto, con chiari indicatori, come potrebbe essere l’utilizzo di una catena per bloccarne l’accesso.
Parcheggio privato e contratto di comodato d’uso
Nel caso di un parcheggio privato che venga concesso a terzi per la sosta dei loro veicoli, sarà necessario stipulare un contratto di comodato d’uso o di locazione con il concessionario, in cui dovranno essere indicati i diritti e i doveri delle due parti.
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Parcheggio privato: quali sono i doveri del proprietario
Se il proprietario del parcheggio privato ha il diritto di parcheggiare i propri mezzi nell’area di sua proprietà, ha sicuramente anche dei doveri da rispettare.
In primo luogo, qualora si dovesse costruire un parcheggio privato, lo si dovrebbe fare in conformità alle norme in tema di urbanistica, quindi dei vincoli e dei requisiti previsti. Per esempio, il parcheggio non dovrà in alcun modo interferire con la viabilità e la sicurezza stradale.
Il proprietario di un parcheggio privato dovrà pagare alcune imposte, ovvero:
- l’IMU (Imposta Municipale Unica), prevista sulla superficie di terreno occupata dal parcheggio;
- l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili), che potrebbe essere presente in alcuni Comuni.
Se poi il parcheggio viene adoperato per far sostare dei veicoli commerciali, si dovrà essere in possesso di una specifica autorizzazione rilasciata dal proprio Comune di appartenenza. Nell’ipotesi di utilizzo del parcheggio di merci pericolose, sarà necessario rispettare quanto disposto, a proposito del trasporto merci pericolose su strada, dal Decreto Ministeriale 19 marzo 1990.
Chi possiede un parcheggio privato avrà, infine, sia una responsabilità civile sia penale se si prova che è responsabile di un danno per colpa o negligenza: dovrà infatti garantire la sicurezza di veicoli e persone che transitano e sostano all’interno del parcheggio, adeguandolo delle necessarie disposizioni di prevenzione di danni o incidenti – banalmente, può trattarsi di telecamere di sicurezza o di sistemi antifurto.
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Parcheggio privato per disabili
Le persone che hanno una disabilità, ovvero difficoltà di deambulazione, hanno la possibilità di ottenere un parcheggio privato, sia all’interno di un condominio sia sul suolo pubblico.
In merito al posto auto per i disabili in condominio, la legge prevede che ce ne possa essere 1 ogni 50 posti auto (o frazioni di 50). Questa norma, però, viene applicata soltanto sugli edifici costruiti dopo il 1989 – oppure prima, ma solo in fase di ristrutturazione.
La richiesta dovrà essere rivolta all’assemblea condominiale, che non potrà negare il parcheggio: in questo caso andrebbe infatti contro la legge – a meno che l’edificio non risalga a prima del 1989.
Nel caso di parcheggio per disabili sul suolo pubblico, si dovrà fare richiesta direttamente al proprio Comune e si dovrà essere in possesso:
- del contrassegno per disabili;
- di una macchina, anche se il disabile non ha la patente.
Si dovrà inoltre dimostrare che il disabile non disponga di altri posti in cui poter mettere la macchina che si trovino nelle immediate vicinanze della propria abitazione.
Parcheggio privato – Domande frequenti
Affinché una strada privata possa diventare pubblica ci dovrà essere l’uso da parte di una collettività indeterminata di persone e che sia soddisfatto un interesse pubblico generale.
Il parcheggio privato a uso pubblico è quello in cui venga consentita la libera circolazione di un numero indefinito di persone.
Una strada privata può essere considerata comunale in seguito a un contratto, l’espropriazione o l’acquisizione per usucapione.
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