Chi può rivolgersi ai servizi sociali e quando si attivano
Quali sono i casi in cui può essere necessario l'intervento dei servizi sociali e quali quelli in cui è obbligatorio: come funziona la segnalazione agli assistenti sociali e quando avviene l'allontanamento dei minori dalle loro famiglie di origine.
- I servizi sociali comprendono tutte quelle attività la cui finalità è di garantire un sostegno alle persone che si trovano in condizioni di difficoltà.
- Tale assistenza viene svolta da operatori con una laurea, i quali hanno il compito di intervenire con l’obiettivo di combattere il disagio economico e sociale che può caratterizzare le vite di alcuni soggetti o famiglie.
- Tali operatori prendono il nome di assistenti sociali.
La definizione di servizi alla persona e alla comunità è contenuta nel d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112, mentre la legge quadro sui servizi sociali è la n. 328, 8 novembre 2000.
I servizi sociali intervengono in presenza di famiglie con situazioni problematiche, con l’obiettivo di eliminare le cause del bisogno, facilitare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni, favorire la realizzazione piena e autonoma della persone.
Quali sono i casi nei quali possono intervenire i servizi sociali? In questa guida analizzeremo il ruolo degli assistenti sociali, con un focus sui casi nei quali i figli vengono sottratti ai genitori.
Assistenti sociali e tipologie di intervento
Sono diversi i casi nei quali può essere richiesto l’intervento dei servizi sociali, che a volte non è solo materiale, ma anche psicologico. Vi rientrano, per esempio, gli interventi:
- a sostegno delle donne nei casi di separazione;
- in difesa dei bambini che subiscono maltrattamenti in famiglia;
- per supportare anziani e disabili nel loro inserimento in strutture specializzate;
- che favoriscano l’inserimento dei minori in società;
- a favore di migranti, persone con problematiche psicosociali, come una tossicodipendenza, o con a carico pene detentive alternative.
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La segnalazione ai servizi sociali è obbligatoria in alcuni casi, ovvero quelli in cui si viene a conoscenza dello stato di abbandono di un minore, di una situazione in cui viva in condizioni pericolose o insalubri, oppure nei casi in cui i suoi genitori non siano in grado di occuparsi di lui/lei.
In più, è obbligatorio segnalare tutti i casi in cui un minore eserciti la prostituzione, quelli in cui un minore straniero sia vittima di reati di prostituzione o commercio minorile, e quando si verifica una proroga di affidamento familiare o di un collocamento in comunità o presso un istituto.
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Come fare una segnalazione ai servizi sociali
La segnalazione ai servizi sociali potrà essere inviata dalla scuola, dall’ospedale, da soggetti quali medici, il parroco, un insegnante, ma anche da qualsiasi privato cittadino, quale un parente, un amico o un vicino di casa.
La richiesta potrà essere inviata personalmente, sia in forma scritta sia in forma orale, oppure avvenire in forma anonima. Sarà necessario indicare le generalità della persona che si sta segnalando (ovvero nome, cognome, residenza, nomi dei genitori), le prove per dimostrare i maltrattamenti o lo stato di abbandono e se vi siano stati precedenti interventi da parte dei servizi sociali.
Qualora vi sia il consenso da parte della famiglia ad essere sostenuti nel risollevarsi dalla condizione di difficoltà, i servizi sociali possono anche intervenire in autonomia, cioè senza la necessità di ricevere una segnalazione.
Gli assistenti sociali possono operare in settori ed enti (pubblici e privati) differenti: non solo scuole e università, ma anche consultori, dipartimenti di salute mentale, C.T.U. presso il tribunale per i minorenni, comunità di accoglienza, amministrazione penitenziaria, il Ministero dell’Interno, la prefettura.
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Servizi sociali e intervento del tribunale per i minorenni
Nei casi di maggiore gravità, ovvero quelli nei quali il solo intervento da parte dei servizi sociali non è sufficiente, ci si può rivolgere al tribunale per i minorenni.
Quest’ultimo avrà la possibilità di agire con un provvedimento:
- di allontanamento dei figli, dei genitori o dei conviventi dalla residenza familiare;
- con il quale si dichiari lo stato di adottabilità del figlio;
- di decadenza della responsabilità genitoriale.
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Quando i figli vengono affidati ai servizi sociali
Sono diverse le casistiche in cui un figlio può essere tolto ai genitori: la sola condizione di povertà della famiglia, per esempio, non è sufficiente. I motivi possono essere:
- la presenza di maltrattamenti o di violenza fisica e morale;
- l’incapacità da parte del genitore di provvedere ai suoi bisogni, che può tradursi in episodi di malnutrizione e trascuratezza fisica;
- situazioni in cui i genitori si droghino, si prostituiscano o siano alcolizzati.
Nel momento in cui si verifica l’allontanamento dalla famiglia, i figli potranno essere affidati a un’altra famiglia, a una persona sola, a una comunità oppure a un istituto di assistenza pubblica o privata.
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Come funziona l’allontanamento dei figli
Parlando dell’allontanamento dei figli dalla casa familiare, l primo passo è rappresentato dalla segnalazione ai servizi sociali, che avranno il compito di procedere con le relative indagini, al termine delle quali presenteranno una relazione al tribunale per i minorenni.
Nell’ipotesi in cui siano stati commessi dei reati contro i minori, sarà necessario segnalare il caso alla Procura della Repubblica. L’allontanamento avviene in modo immediato e repentino soltanto nei casi in cui il giudice valuti che la permanenza del/la minore presso la sua residenza familiare possa rappresentare un pericolo per lui/lei.
Una volta che i/le minori sono stati portati via, sarà compito dell’assistente sociale:
- quello di sostenere la famiglia d’origine e di riferire al giudice eventuali cambiamenti rispetto alla condizione segnalata;
- il supportare la famiglia affidataria (che riceverà anche dei contributi economici), con un’attività di consulenza e un programma che dovrà aiutare il minore a inserirsi senza troppe difficoltà nel nuovo ambiente domestico.
Il minore avrà il diritto di mantenere i rapporti con la propria famiglia durante tutto il periodo di affido familiare, sulla base della modalità scelta dal giudice. Questa condizione è temporanea e in genere non supera i 24 mesi: il minore potrà tornare nella sua famiglia di origine nel momento in cui sarà stata superata la situazione di disagio.
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Cosa controllano gli assistenti sociali in casa
Un altro caso nel quale si potrebbe avere a che fare con un assistente sociale è quello in cui si decida di adottare un minore. È infatti prevista una visita domiciliare da parte del professionista, che avrà la funzione di conoscere dal vivo gli utenti in attesa di adozione e l’ambiente familiare che accoglierà il minore.
L’operatore, oltre a raccogliere le informazioni necessarie per procedere con la richiesta di adozione, darà importanza anche alle condizioni dell’abitazione, valutandone per esempio il livello di ordine e di pulizia, la dimensione, la presenza di spazi adeguati all’arrivo di una nuova persona.
La sua funzione è estremamente importante in quanto, al termine del colloquio con la coppia, durante il quale valuterà il loro vissuto, lo stile di vita, i legami con altri familiari e la capacità di prendersi cura del/la bambino/a, dovrà inviare una relazione al Tribunale per i minorenni, in base alla quale il giudice deciderà sulla dichiarazione di idoneità all’adozione.
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Servizi sociali – Domande frequenti
I servizi sociali si occupano di garantire assistenza alle persone che si trovano in condizioni di difficoltà, per esempio bambini, anziani, soggetti immigrati.
Ci sono diverse tipologie di servizi sociali, quali quelli rivolti ai bambini, ai disabili, agli anziani, ai migranti, ai tossicodipendenti.
Sono diverse le aree di intervento dei servizi sociali, dato che si rivolgono a soggetti differenti come anziani in condizioni di disabilità, bambini che subiscono maltrattamenti in famiglia, migranti che necessitano di sostengo per l’inserimento lavorativo.
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