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Calcolo compenso avvocato: cosa sono i parametri forensi

I parametri forensi sono tabelle che sostituiscono i prezzari, servono cioè a calcolare il compenso dell'avvocato. Vediamo in che modo vengono utilizzati.

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  • Il legislatore ha previsto dei parametri forensi per determinare il compenso dell’avvocato, al fine di prevenire sperequazioni.
  • I parametri forensi sono applicati laddove le parti non abbiano pattuito per iscritto il compenso.
  • Sono stati disciplinati per la prima volta con il D.M. 10 marzo 2014 n. 55, ma vengono aggiornati ogni due anni su proposta del Consiglio nazionale forense.

Sai come si calcola il compenso di un avvocato? Il legislatore, in intesa con il Consiglio Nazionale forense, ha elaborato dei parametri per stabilire il compenso. La funzione di questi parametri è quella di garantire l’equo compenso per il professionista.

In tal modo si evitano anche forme di concorrenza sleale tra i professionisti, per un’attività fondamentale dell’ordinamento che ha anche rilievo costituzionale. Infatti, la previsione dei parametri forensi consente anche di garantire il decoro della professione, che non subisce gli effetti al ribasso sui prezzi determinati dalla concorrenza sul mercato.

Nel seguente articolo, faremo un riepilogo dei principi e delle modalità di calcolo del compenso dell’avvocato, partendo proprio dai parametri forensi. Ti diremo anche come si compone tale compenso, per quali funzioni deve essere retribuito e come l’avvocato può recuperarlo se non viene pagato spontaneamente. 

Parametri forensi: cosa sono?

L’adozione dei parametri forensi è stato un adempimento necessario richiesto dall’art. 13 della legge professionale forense. L’articolo in questione ha appunto disposto che il Ministero della Giustizia debba adottare i suddetti parametri al fine di calcolare la somma che deve essere liquidata al professionista forense

I parametri sono stati per la prima volta introdotti con il D.M. 10 marzo 2014 n. 55, ultimamente modificati con il D.M. 147 del 2022, entrato in vigore il 23 ottobre 2022. L’avvocato, dunque, ricorre a questo strumento per procedere a redigere la parcella da comunicare al cliente

I parametri forensi devono essere aggiornati ogni due anni: anche il compenso subisce aggiornamenti periodici, se non è pattuito per iscritto. Ciò significa che deve essere calcolato in base ai parametri in vigore al momento in cui viene richiesto.

Tuttavia, l’art. 13 della legge professionale forense stabilisce anche che, normalmente, tale compenso deve essere pattuito per iscritto al momento del conferimento dell’incarico, tramite la presentazione di un preventivo.

Ti consigliamo di approfondire l’argomento leggendo anche: Calcolo fattura Avvocato: come calcolare la parcella dello studio legale

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Quali sono gli obblighi comunicativi dell’avvocato?

L’avvocato deve adempiere a una serie di obblighi comunicativi al momento del conferimento dell’incarico. Tra questi, vi è anche l’obbligo di comunicare quello che sarà il compenso al termine del rapporto.

Allo scopo di far comprendere al cliente quelle che sono le valutazioni da fare al momento del calcolo, il professionista forense dovrà anche spiegare al cliente la complessità dell’incarico, che giustifica il compenso. 

L’avvocato è, inoltre, tenuto a comunicare qualsiasi altro onere ipotizzabile al momento del conferimento. Deve quindi essere comunicato in forma scritta al cliente:

  • il costo della prestazione;
  • gli oneri e le spese, anche forfettarie;
  • il compenso professionale.

Se manca la pattuizione scritta, vengono adottati i parametri forensi.

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Come si calcola il compenso dell’avvocato?

Uno dei fattori che si deve tenere in considerazione per il calcolo della parcella dell’avvocato è la complessità e la durata dell’attività. L’art. 2233 co 3 c.c. prevede la forma scritta per i patti sui compensi degli avvocati, disponendo che siano nulli se non redatti in forma scritta. 

L’art. 9 del D.L 1 del 2012 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali è pattuito, nelle forme previste dall’ordinamento, al momento del conferimento dell’incarico professionale. 

Il professionista deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento fino alla conclusione dell’incarico. Deve inoltre indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale. 

A queste disposizioni, si aggiunge l’art. 13 L. 247 del 2012. Tale norma, che prevale sulle altre perché successiva e speciale, stabilisce che:

  1. il compenso spettante al professionista, sia avvocato che praticante avvocato, è pattuito di regola per iscritto all’atto di conferimento;
  2. il professionista sia tenuto, nel rispetto del principio di trasparenza, a rendere note tutte le informazioni necessarie relative all’attività che verrà svolta.

L’art. 13 co 3 della l. 247 del 2012 prevede la massima libertà nella determinazione del compenso, ammettendo anche la pattuizione a tempo o in misura forfettaria, per uno o più affari, in base all’assolvimento e ai tempi di erogazione della prestazione, per singole fasi o prestazioni o per l’intera durata dell’attività.

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Parametri forensi: quando e come si applicano

In mancanza di pattuizione scritta, si applicano i parametri professionali indicati nel decreto del Ministro della giustizia su proposta del Consiglio nazionale forense. Questi sono formulati in modo da favorire la trasparenza nella determinazione dei compensi dovuti per le prestazioni professionali, oltre che l’unitarietà e la semplicità.

L’art. 4 del D.M. n. 55 del 2014 stabilisce che, ai fini della liquidazione del compenso, si tenga conto delle caratteristiche, dell’urgenza e del pregio dell’attività prestata, dell’importanza, della natura, della difficoltà e del valore dell’affare, delle condizioni soggettive del cliente, dei risultati conseguiti, del numero e della complessità delle questioni giuridiche e di fatto trattate. 

In ordine alla difficoltà dell’affare, questa è valutata considerando:

  • l’esistenza di un dibattito giurisprudenziale;
  • se vi è stata corrispondenza in merito alla quantità della stessa, con il cliente o con soggetti terzi.

Ai praticanti avvocati abilitati al patrocinio è di regola liquidata la metà dei compensi spettanti all’avvocato

LEGGI il nostro approfondimento su Parametri forensi: guida alle tariffe per il calcolo del compenso dell’avvocato

Nuovi parametri forensi: il regime intertemporale 

I parametri forensi, come abbiamo ripetutamente evidenziato, sono stato introdotti nel 2014 con il D.M. n. 55. Tuttavia, vengono aggiornati ogni due anni: l’ultimo aggiornamento risale al 2022.

Per quanto riguarda le prestazioni esaurite all’entrata in vigore della nuova normativa, cioè il 23 ottobre 2022, troveranno applicazione i vecchi parametri. Questo è stato anche chiarito dalla Cassazione nell’ordinanza n. 33482 del 2022. Quindi si applicano i nuovi parametri del D.M. 147 del 2022 solo alle prestazioni non ancora esaurite alla data del 23 ottobre 2022

Il D.M 147 ha sia aggiornato i parametri al costo della vita, sia introdotto alcune novità in tema di tariffa oraria a favore dell’avvocato, che in precedenza non era contemplata, nonostante fosse ammessa dalla legge professionale, all’art. 13.

Attualmente, invece, il D-M-1 47 prevede, all’art. 22 bis, la possibilità che l’avvocato e il cliente pattuiscano la determinazione dei compensi su base oraria, in considerazione di un parametro indicativo che va da un minimo di 100 euro a un massimo di 500 all’ora o una frazione di ora superiore a 30 minuti. 

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Divieto di patto di quota lite

L’art. 13 della legge professionale vieta i patti con i quali l’avvocato percepisca come compenso in tutto o in parte una quota del bene oggetto della prestazione o della ragione litigiosa. I suddetti accordi sono detti patti quota lite.

L’unificazione di diritti e onorari nella nuova accezione omnicomprensiva di compenso non può non implicare l’adozione del medesimo principio alla liquidazione di quest’ultimo. A maggior ragione per il fatto che alcuni degli elementi che abbiamo citato per liquidare il compenso non potrebbero essere apprezzati con esattezza, se il compenso dovesse essere riferito a singoli atti o fasi dell’attività professionale svolta. Laddove siano comunque conclusi questi patti, si considerano nulli.

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Compenso avvocato stragiudiziale

Possiamo ora chiederci se i parametri forensi si applicano solo per l’attività giudiziale o anche per la stragiudiziale.
La risposta a questo interrogativo è che i parametri forensi si applicano anche alle attività stragiudiziali.

Come è stato confermato anche dal D.M. 147, il compenso ha carattere onnicomprensivo, quindi copre ciascuna attività svolta. Tuttavia, si afferma che, se l’affare si compone di più fasi dotate di una propria autonomia, allora devono essere effettuate più liquidazioni.

In pratica, la funzione svolta dall’avvocato, per la quale si prevede il compenso, può consistere:

  1. nella rappresentanza, in base alla quale il difensore compie e riceve gli atti del processo in nome e per conto della parte. L’oggetto della rappresentanza è tipico nel compimento o la ricezione di atti processuali. La sua fonte è la procura alle liti, il cui contenuto è tipizzato dalla legge. Anche i poteri dell’avvocato sono individuati dalla legge stessa;
  2. nell’assistenza, che consiste nell’opera consultiva o nella difesa a favore della parte. 

Il compenso deve tenere conto di entrambe le attività in questione, oltre che delle attività stragiudiziali.

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Rimborso spese avvocato: a quanto ammonta?

All’avvocato non solo è dovuto il compenso per l’attività, ma anche un rimborso spese correlato agli oneri e contributi eventualmente anticipati per conto del cliente.

Tali spese possono essere rimborsate se accuratamente documentate in relazione alle singole prestazioni. In ogni caso, all’avvocato è dovuta una somma per rimborso forfettario delle spese, di regola equivalente al 15% del compenso totale per la prestazione

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Compenso avvocato: come ottenere il pagamento

Il professionista, per ottenere il pagamento del proprio compenso, nel caso non venga spontaneamente effettuato, può agire con:

  1. il procedimento speciale previsto ai sensi della l. n. 794 del 1942, oggi modificato dal D.Lgs n. 150 del 2011, che ha introdotto tre riti: procedimento ordinario di cognizione, processo del lavoro e procedimento sommario di cognizione. Questi sono i procedimenti disciplinati dalla legislazione speciale. Il procedimento è ora regolato dal rito sommario di cognizione, con le integrazione del D.Lgs 2011. È competente l’ufficio giudiziario di merito adito per il processo nel quale l’avvocato ha prestato la propria opera – il tribunale decide in composizione collegiale. Nel giudizio di merito, le parti possono stare in giudizio personalmente. L’ordinanza che definisce il giudizio non è appellabile;
  2. il ricorso per ingiunzione previsto dall’art. 633 co 1 c.p.c.: per il pagamento dei compensi in materia stragiudiziale e penale è l’unico rimedio esperibile.

È, invece, esclusa la possibilità di introdurre l’azione sia con il rito ordinario di cognizione, sia col procedimento sommario codicistico. 

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Calcolo compenso avvocato – Domande frequenti

Quando si applicano i parametri forensi per il calcolo del compenso?

I parametri forensi sono adottati nel caso di mancata pattuizione per iscritto del compenso, che normalmente avviene al momento del conferimento dell’incarico.

L’avvocato può recuperare il compenso non pagato?

L’avvocato può recuperare il compenso non pagato spontaneamente o con un procedimento speciale appositamente previsto o con decreto ingiuntivo.

Come vengono calcolate le spese da rimborsare all’avvocato?

Le spese sostenute dall’avvocato sono rimborsate con il compenso, in via forfettaria, nella misura del 15% del compenso pattuito o le spese effettivamente sostenute e documentate.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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