Reato di calunnia: quando si configura e le differenze con la diffamazione
Cos'è il reato di calunnia, quando si configura, quali sono le pene previste dalla giurisprudenza e in cosa si differenzia rispetto alla diffamazione e all'ingiuria.
- Una calunnia è qualcosa che rischia di ledere la reputazione o l’integrità morale di un’altra persona.
- Questo è il motivo per il quale, nel 2016, il reato di calunnia non è stato depenalizzato.
- Calunnia e diffamazione non sono la stessa cosa, nonostante sia piuttosto comune fare confusione in merito.
La calunnia è un reato, disciplinato dall’articolo 368 del Codice Penale, che rientra tra i delitti contro l’amministrazione della giustizia. La calunnia si manifesta quando si incolpa falsamente e in modo consapevole qualcuno di avere commesso un reato. Non fa parte dei reati che sono stati depenalizzati nel 2016.
Cosa fare se si viene accusati ingiustamente? Come si reagisce contro la falsa incolpazione? Quanto tempo si ha per denunciare? Cosa rischia una persona denunciata per calunnia? Come si concretizza il reato?
In questa guida potrai trovare maggiori informazioni sul reato di calunnia e, più in particolare:
- sulle caratteristiche del reato;
- sulle forme di risarcimento del danno che si possono ottenere;
- su come si denuncia qualcuno per calunnia;
- sulle differenze che esistono con i termini diffamazione e ingiuria, che spesso vengono confusi o addirittura utilizzati come sinonimi.
Reato di calunnia: significato
Il reato di calunnia si manifesta qualora un soggetto, tramite denuncia, querela, richiesta o istanza, incolpi una persona della quale conosce perfettamente l’innocenza di avere commesso un reato. Potrebbe essere stato realmente commesso da qualcun altro, oppure essere un’invenzione frutto della fantasia del calunniatore.
La calunnia agisce, dunque, come forma di tutela nei confronti del corretto funzionamento della giustizia: ciò che si vuole evitare è che, a causa di una falsa incolpazione, inizi un processo contro un soggetto innocente.
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere
Elemento soggettivo reato di calunnia
L’elemento soggettivo può essere chiunque, quindi si tratta di un reato comune. Secondo una certa giurisprudenza, la calunnia è da considerarsi pertanto un reato plurioffensivo, perché avviene sia contro l’innocente incolpato per un illecito che non ha commesso (il quale rischia di perdere al contempo la libertà e l’onore), sia contro l’amministrazione della giustizia.
Potrebbe interessarti anche Reato di molestia o disturbo alle persone: quando si configura, esempio, procedibilità
Elemento oggettivo reato di calunnia
L’elemento soggettivo affinché si possa parlare di calunnia è il dolo generico: in altri termini, il calunniatore ha piena coscienza e volontà di incolpare una persona che sa di essere innocente. Come si dimostra il dolo nella calunnia? Provando che chi la realizza lo fa in modo intenzionale e con la certezza che la persona accusata sia innocente.
Per quanto riguarda, invece, la procedibilità del reato di calunnia, si tratta di un reato procedibile d’ufficio, quindi in caso di calunnia si procede con una denuncia e non con una querela.
Termine di prescrizione reato di calunnia
Quando va in prescrizione il reato di calunnia? La calunnia si prescrive in 6 anni che, in caso di interruzioni del procedimento penale, possono estendersi fino a 7 anni e 6 mesi.
Potrebbe interessarti anche Wokefishing: cos’è e come difendersi
Calunnia e giurisprudenza
Parlando della giurisprudenza a proposito del reato di calunnia, nel tempo ci sono state diverse sentenze della Cassazione che si sono pronunciate in merito.
Tra le più significative, che hanno permesso anche di definire la calunnia in modo più preciso, ci sono per esempio:
- la sentenza n. 21789/2010, dove è stato decretato che “il delitto di calunnia ha natura plurioffensiva perché lede l’interesse dello Stato alla corretta amministrazione della giustizia ed offende l’onore dell’incolpato che è legittimato ad opporsi alla richiesta di archiviazione del relativo procedimento”;
- la sentenza n.3351/1989, nella quale è stato chiarito che “il dolo si sostanzia nella consapevolezza dell’innocenza dell’incolpato”.
LEGGI ANCHE Incendio doloso: come si dimostra il dolo e cosa si rischia
Reato di calunnia: risarcimento danni
Chiunque abbia subito una calunnia, può chiedere il risarcimento dei danni in sede giudiziaria: l’ammontare del risarcimento varia in relazione alla gravità del danno subito e alla relativa diffusione della calunnia. Più la propria immagine sarà stata ingiustamente danneggiata, maggiore sarà la cifra del risarcimento.
Il risarcimento per calunnia deve rispettare i termini di prescrizione: in questo caso, il termine inizia dalla data in cui il giudice prende atto della falsa denuncia ricevuta da parte di un calunniatore. Per poter richiedere il risarcimento danni, la persona che è stata danneggiata deve costituirsi parte civile.
A quel punto il giudice procederà a quantificare l’ammontare dal risarcimento prendendo in esame fattori quali:
- la portata delle accuse ricevute;
- la diffusione di falsa notizia di reato;
- il danno all’immagine della vittima.
LEGGI ANCHE Danno non patrimoniale: evoluzione, calcolo, tabelle
A quanto ammonta il danno per calunnia?
Nell’attesa di stabilire la cifra esatta da risarcire, il giudice potrà anche condannare il colpevole al pagamento immediato di una somma a titolo provvisorio.
Nella quantificazione del danno il giudice:
- prenderà in considerazione sia il danno patrimoniale, sia quello non patrimoniale, dunque i danni morali, biologici ed esistenziali;
- considererà anche l’eventuale periodo di detenzione al quale l’innocente accusato di calunnia è stato sottoposto a causa della falsa incolpazione ricevuta.
Se sei alla ricerca di un avvocato per costituirti parte civile e ottenere il risarcimento danni per calunnia, ti suggeriamo di contattare uno degli avvocati presenti su deQuo per una prima richiesta di preventivo gratuito o una consulenza legale via chat.
Reato di calunnia: come difendersi
Come dimostrare il reato di calunnia? I soggetti innocenti che sono stati calunniati, ovvero accusati ingiustamente di aver commesso un reato, possono sporgere denuncia, rivolgendosi:
- alla Questura;
- alla Polizia Postale;
- ai Carabinieri.
Partiranno quindi le relative indagini e, in caso di accusa nei confronti del calunniato, verrà avviato un processo con la successiva applicazione delle pene previste.
LEGGI ANCHE Che differenza c’è tra segnalazione e denuncia
Quando si può denunciare per calunnia
Prima di procedere con la denuncia effettiva, bisognerà essere certi di essere stati calunniati. Ma come dimostrare il reato di calunnia?
In base a quanto contenuto nell’articolo 368 del Codice Penale, tale reato si verifica nei casi in cui:
- un soggetto porta a conoscenza delle autorità una falsa incolpazione nei confronti di un innocente, dando così seguito a un processo ingiusto nei suoi confronti: in questo caso, si parla di calunnia informale, perché si viene calunniati con una denuncia menzognera;
- un soggetto simula le tracce di un reato incolpando un innocente: in questo secondo caso, si parla invece di calunnia materiale, poiché vengono simulate le tracce di un reato che non è mai accaduto.
La calunnia è comunque un reato perseguibile d’ufficio: ciò significa che, a prescindere dalla volontà della vittima di agire contro il calunniatore, può essere perseguito dalle Forze dell’Ordine.
Reato di calunnia: pena
Le indagini contro il calunniatore denunciato durano 6 mesi, che possono essere prolungati in circostanze particolati. La persona che ha commesso il reato di calunnia rischia una delle seguenti pene:
- la reclusione da 2 a 6 anni;
- le pena aumentata di un terzo nel caso in cui la falsa accusa sia avvenuta per un reato che prevede una reclusione superiore a 10 anni, o una pena ancora più grave;
- una reclusione da 6 a 20 anni se la calunnia avrebbe costretto l’innocente all’ergastolo.
Potrebbe interessarti anche Denuncia per stalking: come difendersi in caso di false accuse
Che differenza c’è tra calunnia e diffamazione?
Molto spesso il termine calunnia viene confuso con la parola diffamazione: in realtà si tratta di due concetti differenti. Nello specifico, la diffamazione è un’offesa nei confronti della reputazione di qualcuno commessa comunicando informazioni non vere ad altre persone (che devono essere almeno due, o più) quando la vittima non è presente.
Si parla allora di reato di diffamazione: è bene ricordare che il reato non sussiste se si parla male di qualcuno a una sola persona. Il reato di diffamazione non è stato depenalizzato, quindi:
- si può presentare una querela alle autorità;
- si può querelare anche una diffamazione a mezzo Internet: in questo caso si avrà un aggravante in più e ci si potrà rivolgere direttamente alla Polizia Postale.
Così come accade per il reato di calunnia, anche nel caso della diffamazione si ha diritto a essere risarciti:
- maggiore sarà il periodo di imbarazzo che la persona diffamata ha dovuto attraversare per l’offesa subita, maggiore il risarcimento al quale avrà diritto;
- non si tratta soltanto di un compenso di tipo economico, ma anche del pagamento di un danno di tipo morale, per la sofferenza psichica che il soggetto ha dovuto sopportare;
- il giudice stabilisce, caso per caso, l’ammontare esatto della liquidazione che spetta al soggetto diffamato.
Approfondisci leggendo Sono stato denunciato per diffamazione
Che differenza c’è fra calunnia e ingiuria?
Un altro termine con il quale spesso si tende a fare confusione quando si parla di reato di calunnia è ingiuria. L’ingiuria indica un’offesa nei confronti dell’onore di una persona che è presente nel momento in cui viene pronunciata la frase offensiva.
L’ingiuria in Italia non è più un reato (previsto un tempo dall’articolo 594 del Codice Penale) poiché è stata depenalizzata dal D. Lgs. N. 7/2016: si tratta, in pratica, di un illecito civile.
In altre parole, in caso di ingiuria, non si può sporgere querela alla polizia, ma si è costretti a procedere con una causa: è quindi necessario l’intervento di un avvocato.
Sia l’ingiuria sia la diffamazione non sono punibili qualora siano state commesse in stato di rabbia provocata da una precedente ingiuria o diffamazione ricevuta da parte della stessa vittima. La reazione alle parole dell’altro deve essere immediata: nel caso di vendetta dopo mesi nei confronti di un’ingiuria subita scatta invece l’illecito.
Leggi anche Quando lo scherzo diventa punibile
Reato di calunnia – Domande frequenti
Il reato di calunnia, disciplinato dall’articolo 368 del Codice Penale, consiste nell’accusa ingiusta di reato a danno di un soggetto innocente, rivolta a una pubblica autorità, nella consapevolezza della non colpevolezza della persona calunniata.
Una persona che ha accusato ingiustamente di reato un innocente calunniandolo rischia la reclusione dai 2 ai 6 anni, che possono diventare anche 20 nei casi più gravi, ovvero quelli in cui un innocente è stato accusato per un reato molto grave, per il quale avrebbe anche potuto rischiare l’ergastolo.
Sebbene la diffamazione e la calunnia siano in apparenza simili, nel caso della calunnia, si incolpa ingiustamente una persona di un reato che non ha commesso. Scopri invece cosa si intenda per diffamazione.
Il reato di calunnia si prescrive in 6 anni, che si estendono a un totale di 7 anni e 6 mesi in presenza di atti processuali interruttivi.
No, il reato di calunnia non è stato oggetto di depenalizzazione, mentre lo è stato il reato di ingiuria.
Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato
- +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
- Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
- Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere